RIEVOCAZIONI
Ci vado ma...non è che di trebbiature ne abbia bisogno, ne ho fatte
talmente tante nei più svariati compiti. Da ragazzotto appena arrivavo
mi dicevano: nini te vai alla loppa- -pula- con cestoni capienti e forca
di legno più pesa di me: polvere e fatica, i moccoli non si lesinavamo,
quando finivamo si sputava polvere per ore.
C'è da andà a batte da... io un ci vò, mi mettono alla loppa!
Fatti furbo, e incominciai alla massa, cioè a buttare su i covoni sulla
trebbiatrice, li era un lavoro senza tregua ma era regolare, un poco
più di fatica quando la massa era bassa e si doveva sollevare il ,
-covone- il covone era un fascio di grano legato, quando veniva legato a
mano con il grano ci volevano due persone al lato dell'imboccatore, poi
venne l'elevatore e tutto veniva in automatico eravamo noi che si
regolava il getto dei covoni. Quella divenne la mia posizione lavorativa
nelle trebbiature, arrivavo e prendevo il forcone. Ma tutte le trebbie
erano - mangiapaperi- cioè si guastavano: o si rompeva una cinghia e
subito grappe e si ripartiva, ma se era un guasto serio che ci impediva
di finire, si doveva ricominciare e il contadino doveva fare anche cena ,
da qui il nome di - mangiapaperi- alle trebbie più sottoposte a guasti.
Ma passavano spesso col bere, con vinsanto e cantuccini: famosi
quelli del Volpi della Catena: erano una colazione l'uno ma un tizio
imgordo ne mangiò 19 ma a pranzo arrivò alla minestra e vomitò tutto.
potrei durare all'infinito ma termino quì. Grazie agli amici di Isola
che tutti gli anni tengono vivo il ricordo....
3 commenti:
IL POETA SULLE 23
Maresco, anche se mi firmo Piesse, son sempre io.
Di loppa ne avrai mangiata tanta, ma i famosi desinari che le massaie facevano ai battitori, non ne valevano la pena?
Se me li ricordo! ho i cantuccini, che poi erano certe fette!
io ho assaggiato solo quelli "compri",sigh!
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