giovedì 3 luglio 2014

IL CAMPO
E avevi davanti a te un campo di 6000 mq da zappare, solo a guardarlo faceva venire i brividi, un campo di piano, fresco dove le erbe infestanti si davano da fare a nascere, fosse granturco ho tabacco kentoky era uguale, lo dovevi zappettare e rincarzare le piantine, ore lì il quel campo curvi, come ore ho passato chino al banco del taglio da operaio, ma la differenza c'era, non dovevi stare in silenzio fino a che non suonava il campanello, rubare scambi di parole di nascosto come in fabbrica.
A zappare si andava dopo la colazione a - guazza asciutta, ma a Maggio asciugava presto. Si iniziava in silenzio, poi Renzo, mio fratello, raccontava, lui sì che era un narratore! parlava con calma, si prendeva pause bravi e anche i minimi particolari, le sfumature, tutto passava al vaglio nel racconto, la mente era una cosa, il braccio un altra, le capacità che avevamo di separare le due cose: mentre proseguivamo i discorsi la zappa batteva fitta nel terreno e giù mio fratello mi raccontava nei particolari tutto il succo di una riunione, di un dibattito, di un film visto.
Due fratelli molto diversi nel carattere,ma che il dialogo nel lavoro faceva unire.
LUI tutto politica, la faceva da volontario, l'ha fatto tutta la vita ma alle proposte di diventare funzionario si è sempre rifiutato, ha dedicato la vita al partito e al sindacato ma lo spirito di uomo libero non l'ha mai voluto perdere.
Arrivava che a Cigoli suonava la campana di mezzogiorno che non ce ne accorgiavamo: bà! e suona a Cigoli!..... e si partiva dal campo per andare a pranzo, molti contadini andavano via dal campo a fine lavoro ma mio padre a mezzogiorno in punto partiva, arrivava in casa e se il pranzo non era pronto si sedeva a tavola e cantava alla massaia:
E questa e la Catena come tu sai
in questa casa, non si mangia mai.
Mia madre scuoteva la testa: ho che hai lo spergi nello stomao
Una famiglia speciale ma come in tutte le cose speciali a volte rimangono gli scarti......

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