martedì 25 febbraio 2014

QUELLI CHE NON
Sarà che non mi sono mai sentito sufficente, sarà che in famiglia c'erano più capaci di me, sin da bambino, un secolo fà, ho sempre trovato simpatia per le persone poco capaci. Per maestro di vita ho avuto Neno e quelli che mi leggono sanno chi è stato, ho scelto lavori dove gli altri lo rifiutavano, per partito ho avuto un partito sempre all'opposizione, quando è andato al governo mi sono sentito a disagio, ho fatto tv quando era tutto moderno io parlavo di viottoli, tifo Pisa mentre tutti gongolano con la Fiorentina, insomma se uno e modesto e un poco sempliciotto mi chieda l'amicizia, sarò lieto di accoglierlo nel clab dei- non- In politica mi piace Civati: è il mio, può essere tranquillo che io lo rispetto, certo se usciva mi poteva stare meglio ma: contento lui.....
E ora che sono in sù con gli anni ho solo un desiderio: ritornare in un piccolo comune, ma potrei incappare in quanche unificazione o raggruppamento, avrei detto ai miei: mai sepoltura a San Miniato! troppi morti celebri, a me va bene un cimiterino in qualche paesetto sperduto:
Ooo, mi hanno preso alla parola: scegli: dopo tanto girare l'avevo trovato:
Entro: questo mi garba, buongiorno signora, dico ad una donna anziana, quindi più giovane di me,Sà signora, quando esarà.... verrò quassù.
Ma ce l'ha il domicilio? no! stò a San Miniato! Un pole mia venì, quì c'è solo posto per i domiciliati. Sennò un posto bello così, sai quanti ne verrebbe. Sarebbe a dì che di gente che piace il piccolo insignificante .... cioè di quelli che - non -sono tanti??? Quando si danno le complicazioni, avrebbe detto mimà! A forza di scanzare mi trovo fra i più....

lunedì 24 febbraio 2014

MATTINO
E puntiale mi sveglio alle 4,30 della notte,dopo avere dormito sei ore, e strano, sono riposato, la faticosa camminata di ieri non ha lasciato traccia, oggi giornata a casa, tanto lavoro mi attende,ma lavorare nel campo per mè è divertirmi anche se fatico.
Oggi non voglio invadere faceboch come ho fatto ieri con foto o chiacchiere inutili passerò il tempo dedicato a leggere i tanti amici che scrivono cose più importanti di me, che sono ormai ai margini del mondo attivo, non farò commenti sulla vita reale, io sono un noiatore di lucertole e un pesticciatore di campagne, guardando con malinconia deperire gli olivi sulle nostre colline, potatori inprovvisati con motosegre e se ne trovo uno . come ieri, che con forbici e segaccio cesellare un bellissimo filare, mi complimento, lo guardo: è come me un reduce del mondo che fù, presto, in pochi anni gli olivi rimarranno tutti nelle mani di potatori a : un tanto a pianta in mano a persone che non trovando - di meglio si - adattano- a fare lavori  umili.
Ho scritto anche troppo, e   sempre le stesse lagne, altrimenti che vecchio sarei se non brontolassi: come dice Chiara, a brontolà un ti periti!
Ho aperto la finestra uno spicchio di luna brillante in cielo è ancora notte e tutto tace. Aspetterò l'alba poi accendo il fuoco, mi viene a mente la canzone di Guccini il pensionato: ..... aprire la persiana, tirare la tendina.... Ma a me piace questo momento, piace  vivere  in solitudine come se il giorno fosse soltanto mio, me lo stillo, come un giocatore di briscola,aspettando che i solisti di bronconaia iniziano il concerto.  

mercoledì 19 febbraio 2014


MESTIERI CONTADINI: cantina.
Dire che di mestiere facevi il contadino è un dire inesatto, il contadino è un concentrato di mestieri uno diverso dall'altro da qui - la adattabilità del contadino a qualsiasi lavorazione, ma dei lavori ti entusiasmano, di altri li fai per necessità, specie in gioventù, per esempio io adoravo e adoro ancora la potatura, odio, ma lo facevo per necessità, il cantiniere, Non me ne vogliano gli amici assaggiatori ma io col vino ho litigato da piccino, da quando dovevo entrare nei tini a togliere la vinaccia: o io ho mio fratello essendo magri e agili era compito nostro, entrare in un tino di cemento con un gas asfissiante che ti toglieva il respiro e starci tutto il tempo necessario per espellere la vinaccia, che in quel tempo conteneva anche il raspo era tremendo, si usciva ubriachi, intontiti, quel gas, che io chiamavo- il puzzo del vino-ti restava nel naso per giorni. Ho bevuto ai pasti mezzo bicchiere di vino, un bicchiere al massimo, per necessità più che per gusto. Bevo ancora quel pochino ai pasti ma dire che lo gusto no!
Quando anche oggi vedo alle sagre, alle mostre dei vini la gente col bicchiere in mano assaporare i vini mi viene senzo, e mi ritorna alla mente quell'aspro adore di cantina.
Ecco, forse perchè, mi piace il monte pisano e l'acqua: non ha il puzzo del vino.

domenica 16 febbraio 2014

SERA
Eccoci a sera, Chiara è già a letto, il cane ha gia pisciato e fatto la sua abbaiata rispondendo ad un cane nalla valle e ora anche lui riposa,rimango io solo in casa aspettando un nuovo sonno, si perchè il primo l'ho gia consumato mentre alla tv c'era Licia Colò e i suoi stancanti viaggi promozionali. I viaggi!, come se viaggiando si possa conoscere la vita, i luoghi, tutte illusioni, anche i miei viaggetti dietro casa sono uguali: si mostra quello che la digitale, la cinepresa o la descrizione recita, ma finisce lì. Non si entra nel particolare, non si capisce se chi ci vive ci stà bene o se sogna altri posti, il viaggiare è solo cercare immagini che poi nella vita reale non contano.
Si passava in inverno in una valle per il ritorno dalla escursione in montagna, c'è in un posto una curva dove in inverno non c'è mai il sole, la brina che vedevamo al mattino c'èra anche il pomeriggio al ritorno.
Proprio su quella curva c'era una casa abbandonata, disabitata.
Un giorno passando vedemmo con sorpresa che la restauravano, lì! in quel meriggio! un posto che Licia Colò, neanche Maresco con Terra Nostra si sarebbero fermati,ma uno, magari emigrato a Genova o Milano ne sentiva la nostalgia. Ecco a che penso: è valso spostarsi per cercare altrove quello che non trovavi lì......
La notte a volte sogno di vedere Cambiano dalla finestra....... mi sveglio e neanche immagino di ritornarci. Che viaggio complicato è il pensiero

venerdì 14 febbraio 2014

DIMENSIONE GABBIANO

  1. DIMENSIONE
    Sai che facciamo, si va con la macchina al Tesorino, si entra subito il Gabbiano, si sale poi a sinistra in quel sentiero che sale alla via uliveta, quella che collega Montopoli a Montebicchieri........ stop, ferma il discorso.
    Uno passa, osserva, e và: crede camminando osservando di avere conosciuto tutto di quella minuscola valletta semiabbandonata regno di cinghiali, dove ogni tanto vedi un rudere. Ti viene da pensare: ma come è possibile, in un posto simile possono avere vissuto famiglie? ma come facevano a vivere quaggiù?. Poi pensi ai tanti ruderi visti in altre realtà più isolate nelle campagne?.
    Gabbiano: io l'ho visto! e ne rimasi incantato nel 1945 quando si veniva a trovare i Martini, l'altro ramo della mia famiglia che abitava li proprio ora dove i ruderi della casa sono coperti dai rovi.
    Appena scendemmo in quella conchetta mi sembrò il tanto decantato da mia nonna:- paradiso celeste- campi allineati con fossette ricavate a pala, i cigli delle fosse falciati, campi con erba medica e granturco, in fondo la casa sotto la collina e dalla casa partivano filari di olivi su fino alla collina, fino alla fattoria.
    I Martini erano decine di anni che cesellavano quella conchetta magica facendoci- del bene- si diceva cosi di una famiglia che viveva degnamente e con qualche rispamio. Più in basso altre famiglie, alcune sono diventate un nome dell'inprenditoria, allora coltivavano con capacità la valle,Gabbiano, che se ne sà ora! chi vi ha abitato?
    Ecco secondo mè il perchè della supecialita di ora: si è andati avanti seppellendo il passato e ampliando l'orizzonte ci siamo smarriti.
    Oggi puoi fare viaggi, puoi conoscere geograficamente il mondo ma non hai più quella conoscenza delle cose che piò farti fare un raffronto.
    Ritornare al passato: no!, averlo conosciuto meglio ci avrebbe aiutato ad andare avanti.

domenica 9 febbraio 2014

  1. E'! MA CI VOLEVA!
    Tanto e piove un so che fà? scrivo dell'ultima ruota del carro: l'ambiente!
    e quando si parla di ambiente ci si sciacqua la bocca ma poi.....
    Ieri mentre camminavo in salita verso il monte ecco un rumore assordante. arrivano quattro fuoristrada potenti, con certi ruotoni, ci mettiamo in disparte per lasciarli passare, niente da dire gentili ci hanno superato quasi fermandisi per non schizzarci di fango, dandoci il buon giorno, se ne trova molti peggio e li sento rombare su quel selciato dove chissà quanti scalpellini avranno cesellato sasso dopo sasso per costruirla ed ora per obby si danno da fare per rovinarla.
    E le strade di bosco e di campo già era difficile il mantenimento quando noi, molti anni fà facevamo i - risciacqui, dei solchi traversi che impediva all'acqua di fare rughe e renderci difficoltoso il passaggio, ma ora deserto: pochi agricoltori o boscaioli dell'Est passano con trattori enormi, ogni tanto, quando ne hanno bisogno mettono una ruspa e passano, poi l'acqua dove và, và.
    E l'acqua va - alla scesa, dice il proverbio, e si fa i suoi bei rivoli veloci, come se anche lei avesse da fare produzioni: casca e zacchete in un baleno è a valle, ormai ha strade aperte: mille rivoli verticali. Ne ho visti scorrere molti già confezionati su misura in boschi, colline, piagge.
    Ci vuole tutto per dare lavoro: fuori strada, trattori, urbanizzazioni e anche alluvioni, si! dopo c'è da far ripartire la macchina, ci vuole lavoro e per creare lavoro si fanno perfino guerre!
    Stò andando fuori dal manico? Ne hai viste troppe vecchio Maresco, forse fai confusione: ce lo vedresti il tuo figliolo, che parte profumato di casa per andare a vendere ninnoli con una balla in capo a fare - risciacqui?
    Morditi la lingua e stai sul poggetto sicuro dalle piene e spera che non ti frani.

lunedì 3 febbraio 2014

DIALOGO CON UNA STRADA DI CAMPAGNA.
Arrivo all'inizio della viottola e guardo in alto quel poggetto con tre case ormai rudere, si vedono bene, hanno il tetto crollato. Un filare di cipressi irregolari,disegnano quella che un tempo fù la strada in ghiaia ora solcata da rivoli profondi scavati dalo scorrere della pioggia, salgo saltando quà e la dove il piede si posa meglio. Ai lati dei cigli di quella che fù una strada ciuffi di ginestra e rose canine con le sue bacche rossicce, ai lati nella piagga fili di erbe essiccate, quanche ciuffo di lupino e tante impronte di cinghiali.
E' inverno, è piovuto da poco anche si la tramontana sta essiccando le punte di qualche zolla franata, l'argilla della strada frena il piede come se lo volesse a sè,come per dire: non ti ricordi di me? Come no! mi ricordo bene ma il tempo ci ha trasformati.
E ora dove vai? perchè sali lassù a cercare ricordi?
Il tempo trascorso stà solo nella mente, non cercarlo dove era un tempo, la vita, lo scorrere dei giorni cambiano le persone, le cose , l'ambiente,solo nei ricordi rimane intatto quello che eri, quello che era.
Ti ricordi come ero? e quanta gente passava? e , lassù, sul poggio?quanta vita, quanti rumori.... ora solo la tramontana, il marino sibilano fra le rovine.....
Alzo lo sguardo lassù.... una coppia di poiane volteggia sopra i ruderi ..
Passa e cammina, non guardare altrimenti anche i ricordi si annebbiano.
M