mercoledì 27 luglio 2011

Memorie: Montauto


E le bocche melate dei tecnici lo chiamano Montacuto, ma io che vi ho abitato per cinque anni e da sempre per i Castellani- gli abitanti di Castelfiorentino- è Montauto.
Due coloniche, tre famiglie mezzadrili, una grande cascina divisa per tre, una grande cisterna per l'acqua piovana. Avevo dodici anni quando tornammo a Montauto, tanta miseria, unico desiderio avere il grano bastante tutto l'anno, avere in seguito una bicicletta tutta mia. Non c'èra luce elettrica, lume a petrolio. In quei cinque anni non solo avevamo il grano per fare il pane tutto l'anno ma essendo vicini al paese potemmo leggere e formarsi. la bici tutta per me non la ebbi ma non serviva, ci spostavamo a piedi per andare in un paese speciale: due cinema, uno teatro,tante occasioni di incontro, poi l'età, quella dei sogni, delle repentine illusioni, delle prime lotte : i lunghi cortei di mezzadri, la prima tessera della federazione giovanile comunista. Perchè parlo di questo?
Montauto era fino a poco tempo fà un posto particolare non solo per i ricordi, paesaggio spettacolare con grandi distese di argilla, panorama mozzafiato. C'era una valletta con un terreno speciale dove cresceva di tutto per la fertilità del terreno e la proprietà di allora lo aveva distribuito in parti uguali ai tre contadini.
Ebbene per necessità di oggi una galleria passa sotto- Montacuto a dirla con i tecnici- e una supestrada distrugge la valletta, era necessaria quella strada per la vald'Elsa, ma a me distrugge i ricordi.
Si ritorna per ricordare e non riconosciamo più niente, E Sante, Neno lo Squilleri, i campi di granoturco, le barbabietole, l'erba medica e le voci.... Solo il rumore di auto che in un attimo passeranno dove ho trascorso lavorando duro i miei anni migliori.

1 commento:

Adriano Maini ha detto...

Il paesaggio doveva per forza essere ancora più bello di quello di adesso, ma quella fatica dei mezzadri ...