lunedì 6 giugno 2011

E RACCONTAVANO........

Stasera vengo a veglia, diceva un vecchio vicino di podere. Alle nove in punto arrivava e bussava alla porta: -un siete mia a cena- diceva mentre saliva lentamente le scale. -Sìe, diceva la mì nonna- è dù ore fra poo chessè cenato, glomini appena hanno finito di governà le bestie sono saliti in casa e hanno incominciato a guardà i' tegame.
Vieni siediti su i' canto di foo, tu avrai freddo. Il vecchio confinante si sedette vicino al fuoco. Che bellezza, avello avuto nel 17 sul Carso...... e cominciava il racconto del soldato, nominava per nome e cognome i commilitoni in ogni episodio che raccontava. Faceva una descrizione minuziosa e noi bambini aspettavamo con ansia la fine del discorso per sapere come era finita quella storia. Via ora si beve e mentre beveva noi bambini ne approfittavamo per fare domande: hai ucciso un nemico?
- Che vuoi sapere, diceva, si andava all'attacco con la baionetta in canna di notte che voi sapere cosa si faceva, era tutto un gridare mamma in tanti dialetti, passavamo sui morti camminavamo a tastoni, e approfittava per raccontare la preparazione dell'attacco, il tenente maggiore..... ma noi bambini ridomandiamo: ma ai ucciso qualcuno.... e ricominciava a nominare zone, tenenti, commilitoni. Così ad ogni veglia che veniva raccontava del freddo della fame dei morti lasciati lì sul terreno congelati...... Ma mai il vecchio contadino confinante ammise di avere ammazzato qualcuno. Allora non vedevamo l'ora che se ne andasse via lui e i suoi racconti di guerra.

Ora vorrei poter ricordare quei racconti minuziosi rimasti nella memoria di un mite contadino mandato in guerra il 24 maggio del 1915.

3 commenti:

Ambra ha detto...

Man mano che passano gli anni, sempre più emergono episodi e sensazioni dell'infanzia, un po' vaghi e dai contorni imprecisi.
Portano con sè il rimpianto di non aver capito o di aver dimenticato.

semola ha detto...

Mio zio era uno dei pochi superstiti dell'Armir in Russia (20 anni addetto ai lanciafiamme), tante volte gli ho chiesto di raccontarmi... lui si incupiva e non parlava più.

patrizio spinelli ha detto...

Anche mio nonno, ha combattuto la prima guerra mondiale, sull' Altipiano di Asiago. Mi raccontava spesso della guerra di trincea. Raccontava di aver visto qualche commilitone, cadergli vicino, preso da un colpo di un tiratore scelto delle fila nemiche, non appena si sporgeva un poco dalla trincea.
Mi ricordo, ancora oggi di quando mi parlava degli obici di cannone, se non sbaglio, calibro novantacinque....
I suoi racconti, talvolta si arrichivano di curiosità, quando mi parlava dei ghiri, dalle lunghe code fule, che vedeva arrimparsi sugli abeti.
Mio nonno, poi fu fatto prigioniero dagli austro-ungarici, e passò due anni di prigionia in Ungheria, presso una famiglia, che a parte farlo dormire nella stalla, insieme ai cavalli, per il resto lo trattò bene.
Purtroppo, con la guerra e la prigionia, mio nonno per primo, e poi noi discendenti, ci abbiamo rimesso delle proprietà agricole, nella zona del Cornocchio, che tu Maresco, sono certo che la quella zona conosci bene.
Erano dei beni, sottratti ai miei avi, forse con dolo, a fine Ottocento, forse un ventennio prima dello scoppio della I^ Guerra Mondiale, e che mio nonno, con l' aiuto del prete di Vignale era in trattative per ritornarne in possesso. Purtroppo i tre o quattro anni trascorsi in guerra e prigionia furono fatali, per risolvere a nostro favore la questione del possesso.
Vuoi mettere, se ora avesse avuto un azienda agrituristica in quella zona???
Beh, non ci pensiamo, va, è molto meglio!!!!!.....