giovedì 9 settembre 2010

Dal mio libro: radici contadine: l'hobbi del commercialista RACCONTO.

Eccolo là davanti casa nel bel mezzo al pratino all'inglese ben tagliato, in bella mostra uno dei cimeli che il commercialista che abita da poco tempo la nuova casa in periferia, nella nuova zona residenziale, mostra con vanto agli amici.
Un aratro, ma uno di quelli antichi che un tempo veniva trainato dai buoi. Più dietro una seminatrice, anch'essa è un pezzo da museo. Davanti casa una fuoriserie nuova, lo stile della casa è moderno. Escono di casa persone vestite alla moda.
Che contrasto,che fuoriposto sono quell'aratro e quella seminatrice, cosa rappresentano in tanta modernità quegli antichi strumenti di lavoro?. Come sarà venuto a mente a uno che stà tutto il giorno al compiuter tentando di far quadrare i conti a clienti facoltosi mai sazi di fare soldi, e, visto il tenore di vita che tiene far quadrare anche i suoi.........
Proprio a lui è venuta l'idea di tenere in bella vista in giardino un aratro e una seminatrice?
si può spiegare solo con le non lontane origini della sua famiglia, infatti il vecchio padre era in gioventù contadino e quando lui era bambino, gli ha raccontato molte volte come viveva, come lavorava, e nei racconti molto parlava della vita tribolata che faceva, la miseria ma anche di vendemmie di trebbiature di veglie.
Poi con gli anni e l'età avanzata i racconti, sempre gli stessi, e col crescere i nipoti in un ambiente diverso di frequentazione, il parlare rozzo del vecchio creavano alla famiglia del commercialista non pochi disappunti. Come invitare in casa amici laureati e facoltosi ai compleanni dei figli gente abituata alle finezze del linguaggio, con in casa il padre che parlava rozzamente di vacche, di concimaie vicino casa; un mondo oramai cancellato da molti, messo nel dimenticatoio dal progredire della società industriale.
Il padre era anch'esso a disagio, muoversi in quella casa talmente distante dal suo vecchio modo di vivere. La casa di suo figlio le sembrava come la casa del padrone del podere quando vi si recava a portare qualche primizia dell'orto. Ci entrava con tanta attenzione, si puliva prima le scarpe, poi bussava piano alla porta, salutava con reverenza. Anche la casa di suo figlio era diventata quasi uguale, tutto le diventava sempre più estraneo, i nipoti, la nuora, il figlio stesso.
Prese la decisione, chiamo il figlio e la nuora e disse: vado in ricovero a Montaione,, il figlio ci rimase male: Ma cosa dici! o che quì ti trovi male? La moglie lo quardò di traverso e lui non insistè più.
Il vecchio contadino una mattina preso la sua roba, la più indispensabile e si trasferì al ricovero.
la trovò altri vecchi contadini come lui e si inserì subito. Il figlio, e i nipoti sempre più raramente andarono a trovarlo, ma lui non si preoccupò più di tanto, ormai la sua famiglia era estranea a lui.

E del mondo contadino nel tenue ricordo dei suoi familiari non resta più niente, resta solo un aratro e una seminatrice nel pratino all'inglese.

1 commento:

Sara ha detto...

Ci pensavo oggi: c'è una statuaria di oche, galline, ricci, tutta roba finta da piazzare in giardino. La natura addomesticata, il pratino all'inglese, la natura innaturale, cacciata nella sua autenticità che ritorna nel giardino, come simulacro da esposizione.