martedì 28 settembre 2010

STRADA BIANCA
Passavi col carro dei buoi
portando bigonci di uva.
Passavi nel caldo mattino
portando sull'aia il grano.
Passavi per andare al mercato
con ceste di frutta da vendere.
Ora vedi dall'appartamento
soltanto cemento, asfalto, finestre,
e da una di esse vedi lontano lassù,
sul colle di Marsana, l'ultima strada bianca
scampata per ora all'asfalto,
dove tu sei vissuto
prima dell'abbandono
per la conceria
per l'appartamento in paese.
Fra qualche anno
Chi si ricorderà di voi due?

Primi freschi


NON è DA RISCALDAMENTO MA DA STUFETTA Sì E TREK NE APPROFITTA

venerdì 24 settembre 2010

IN CAMMINO SULLA COLLINA


Questo pomeriggio siamo tornati a camminare sulle nostre colline. Finito il caldo eccoci di nuovo nei nostri luoghi.Come è bella e coltivata questa collina: ulivi carichi di frutto, vigne in parte vendemmiate, altre ancora col frutto. campi con erba medica verde. Il percorso tutto collinare e panoramico,con diversi agriturismi e una fattoria storica col magnifico parco. Poi i cipressi di Campriano e laggiù il mio paese nativo Castelnuovo d'Elsa......>> A proposito: Sabato 2 Domenica 3 Ottobre a Castelnuovo d'Elsa c'è il raduno nazionale delle vie Francigene, miracolo! mi vestirò da frate! speriamo che il diavolo non se ne abbia a male! è una rappresentazione boccaccesca, sarò il frate fratello di padre cipolla!>>
A Campriano ho fatto visita a una famiglia contadina amici da tanto.
Il figlio minore ha scelto di lavorare la terra e si vedono i risultati: ulivi e vigne bellissimi, la stalla piena di bestiame, la scelta biologica. Scelta difficile ma con tanto entusiasmo.Visita alla collinetta panoramica dove si vede mezza Toscana o quasi e ritorno a casa.

giovedì 23 settembre 2010

memoria lontana


A volte penso alle mie origini, non ci sono incertezze: contadine mezzadri. Come la maggioranza dei contadini Toscani. So di sicuro che la mia -ceppa- viene da Gambassi terme e tornano contadini del conte Torregiani nobile liberale molto influente fino al 1900. L'anno preciso non lo sò ma credo intorno il 1850 a Castelnuovo d'Elsa. Stimati mezzadri, fino al 1924, alla morte di mio nonno, per ricompensa la proprietà manda la disdetta il giorno stesso della sepoltura e mette sul lastrico la famiglia.
Dopo molte difficoltà fino al dopoguerra quando io e mio fratello decidiamo di continuare a lavorare la terra e lottare per il superamento della mezzadria. Anni di sacrifici ma anni che ci hanno forgiato specie mio fratello, dirigente del movimento contadino e amministratore prima comunale e poi provinciale. Famiglia tosta la mia, mio padre si iscrisse al partito comunista nel 1928. Sempre decisi, mai domi, ma attenti e alle problematiche del momento. Io il più piccolo degli uomini ho ceduto al richiamo della fabbrica, poi artigiano fino alla pensione. Ma il mio mondo era là nelle terre della collina Toscana e fra gli ulivi,la mia grande passione. Ne ho fatta di strada e ho raggiunto quello che desideravo da ragazzo: avere un pezzo di terra mia e lavorarlo fino alla fine dei miei giorni. NELLA FOTO L'UNICO CIMELIO DEI MIEI ANTENATI, UN ORCIO -COPPO PER I VALDELSANI. QUI' C'è PASSATO L'OLIO PER USO FAMILIARE DELLA MIA FAMIGLIA SINO AL1980.

martedì 21 settembre 2010

La via francigena


Sono giorni di rievocazioni nei comuni toscani dove nel medio evo è passata la via o le vie Francigena, rievocazioni storiche, sfilate in costume, camminate sul percorso indicato da quell'abate di Canterbury nel 960 o giù di lì, la data percisa non la ricordo. Belle rievocazioni e a una di queste anche io non mi sottraggo, mi vesto da frate,prima mi tocco lì..., Ma io me ne frego moltissimo nel pensiero, dei pellegrini che saranno passati su questi sentieri, il mio pensiero va reverente alle migliaia di contadini, di braccianti che percorrevano questi sentieri per andare in Maremma a rischiare la malaria per portare a casa un pò di pane, a tutti i giovani che lasciavano le loro case per andare in guerra, alle centinaia di sfollati per sfuggire i bombardamenti in città,ai mendicanti resi poveri dalla guerra. IO HO VISTO DA BAMBINO QUESTA VARIA UMANITA CHE NESSUNO RICORDERA', percorrere questi sentieri, che ora rivalutiamo, per CONVENIENZA TURISTICA.

giovedì 16 settembre 2010

A CAMPA' TANTO, SE NE VEDE........

Grande raduno della lega a san Genesio di san Miniato. Dico nel cuore della Toscana dove l'Elsa finisce il suo corso in Arno. O Giovanni!!!!!!!!!!!!!! - mi riferisco a Boccaccio, se tu tornassi e vedere la tua gente, sì la gente Toscana quella che ha eletto 4 consiglieri della Lega Nord in regione, fare i nordisti e smettere di masticare la C, non basterebbe nemmeno-- l'urlo alla grù-- per farli stare con due piedi dritti, ma soprattutto con la testa sveglia. Ho Toscani: ma che un vi ricordate quando a Brescia ci chiamavano terroni? Non mi indigno, ognuno può pensarla come vuole, ma miscolare l'acqua dell'Elsa con quella del Po mi fà tanta pena.

mercoledì 15 settembre 2010

Molo di Viareggio-Marina di Massa

Eccoci quì oggi a scendere dal treno a Viareggio e incamminarci verso il Molo, via gli abiti e in costume ci siamo incamminati verso marina di Massa camminando in riva al mare, passo dopo passo fino a Marina di Massa e poichè dovevamo ritornare ci siamo rivestiti e incamminati verso la stazione di Massa Centrale. Io un lo racconterei, mi hanno detto, ma io e Chiara siamo persone diciamo, fuori dal comune, ----non eravamo a san Miniato e lo raccontiamo. Mentre camminavo chiedevo scusa ai miei monti preferiti: le Apuane, che le ho viste una alla volta sfilarmi davanti nell'ordine: Prano, Gabberi, Nona, Pania secca, Pania della Croce, Corchia, Sumbra, Altissimo, Tambura e Sagro.
Ma oggi mare, è che mare! Poca gente, tanto sole, e che sole! siamo neri come cuculi, ma camminare nel bagnoasciuga è più dura che scalare un monte.





sabato 11 settembre 2010

LIBRO E RICORDI

Ho partecipato l'altra sera alla presentazione di un libro di Paolo Noli che parla dei morti di Reggio Emilia con tanto di canzoni popolari. Ricordi e riflessioni. Come può dimenticare uno della mia età le manganellate e i calci di moscetto presi dai poliziotti a manifestazioni assolutamente pacifiche mandati dai governanti democristiani di allora. Come arrivavano i cosiddetti rinforsi, cioè celerini da fuori, si scagliavano su manifestanti pacifici con una ferocia inaudita, poi se volava un sasso eravamo delinguenti. Forse è per questo che non ho -digerito del tutto -l'unità- con chi esalta Degasperi. Era lui che ha tenuto Scelba ministro dell'interni, penso, reo per me, di tanti lavoratori fatti ammazzare dalla polizia.

Montelupo-Turbone- Bottinaccio-la Leccia-Sammontana-Montelupo.

Una bella mattinata così..... via, dove andiamo?, Montelupo e poi...Abbiamo parcheggiato proprio dove inizia il percorso ciclo pedonabile in direzione Turbone. bellissimo percorso lungo il torrente Pesa, a Turbone attraversato il borgo abbiamo preso la strada bianca che fiancheggia il torrente risalendo la valle. strettissima è la valle, torrente e strada e ai lati collina selvaggia. Sembrava che non finisse mai, si camminava con ai lati altissime piante principalmente ontani. dopo diversi km siamo giunti in un punto che la strada finiva, abbiamo preso un sentiero appena tracciato dai cingoli di un trattore,a caso sperando di raggiungere la collina. Scelta giusta ma quanti passaggi nel selvaggio bosco, dopo un km che si saliva, davanti c'è una grande roccia e la via di bosco un poco scendeva poi in pari fino alla fine della roccia, poi una impennata molto dura ci ha portati ad una uliveta, abbiamo traversato in direzione di un capanno e da lì una strada in ghiaia, poi una rampa in asfalto ci ha portato a quella abitazione in pietra nella foto. Siamo in cima alla collina, Panorama e quindi pranzo. Mezzora di sosta e via. in cima ritroviamo la strada per Bottinaccio a noi nota, da ora in poi conosciamo a menadito il rimanente percorso, a Bottinaccio via fattoria Leccia. Grandi panorami su Empoli, sul Montalbano, e sulla valdelsa. Ma la strada della Leccia ci portava in direzione opposta, abbiamo preso per stradine fra vigne e ulivi e siamo calati a Sammontana, il borgo che da il nome alla omonima ditta di gelati, e tramite stradine siamo ritornati a Montelupo all'altezza dell'Ambrogiana. Questo percorso non lo descrivo sul blog - i sentieri di Maresco- perchè ho intenzione di riprenderlo per Terra Nostra, la rubrica di antenna5 che riprenderà a metà mese.









giovedì 9 settembre 2010

Dal mio libro: radici contadine: l'hobbi del commercialista RACCONTO.

Eccolo là davanti casa nel bel mezzo al pratino all'inglese ben tagliato, in bella mostra uno dei cimeli che il commercialista che abita da poco tempo la nuova casa in periferia, nella nuova zona residenziale, mostra con vanto agli amici.
Un aratro, ma uno di quelli antichi che un tempo veniva trainato dai buoi. Più dietro una seminatrice, anch'essa è un pezzo da museo. Davanti casa una fuoriserie nuova, lo stile della casa è moderno. Escono di casa persone vestite alla moda.
Che contrasto,che fuoriposto sono quell'aratro e quella seminatrice, cosa rappresentano in tanta modernità quegli antichi strumenti di lavoro?. Come sarà venuto a mente a uno che stà tutto il giorno al compiuter tentando di far quadrare i conti a clienti facoltosi mai sazi di fare soldi, e, visto il tenore di vita che tiene far quadrare anche i suoi.........
Proprio a lui è venuta l'idea di tenere in bella vista in giardino un aratro e una seminatrice?
si può spiegare solo con le non lontane origini della sua famiglia, infatti il vecchio padre era in gioventù contadino e quando lui era bambino, gli ha raccontato molte volte come viveva, come lavorava, e nei racconti molto parlava della vita tribolata che faceva, la miseria ma anche di vendemmie di trebbiature di veglie.
Poi con gli anni e l'età avanzata i racconti, sempre gli stessi, e col crescere i nipoti in un ambiente diverso di frequentazione, il parlare rozzo del vecchio creavano alla famiglia del commercialista non pochi disappunti. Come invitare in casa amici laureati e facoltosi ai compleanni dei figli gente abituata alle finezze del linguaggio, con in casa il padre che parlava rozzamente di vacche, di concimaie vicino casa; un mondo oramai cancellato da molti, messo nel dimenticatoio dal progredire della società industriale.
Il padre era anch'esso a disagio, muoversi in quella casa talmente distante dal suo vecchio modo di vivere. La casa di suo figlio le sembrava come la casa del padrone del podere quando vi si recava a portare qualche primizia dell'orto. Ci entrava con tanta attenzione, si puliva prima le scarpe, poi bussava piano alla porta, salutava con reverenza. Anche la casa di suo figlio era diventata quasi uguale, tutto le diventava sempre più estraneo, i nipoti, la nuora, il figlio stesso.
Prese la decisione, chiamo il figlio e la nuora e disse: vado in ricovero a Montaione,, il figlio ci rimase male: Ma cosa dici! o che quì ti trovi male? La moglie lo quardò di traverso e lui non insistè più.
Il vecchio contadino una mattina preso la sua roba, la più indispensabile e si trasferì al ricovero.
la trovò altri vecchi contadini come lui e si inserì subito. Il figlio, e i nipoti sempre più raramente andarono a trovarlo, ma lui non si preoccupò più di tanto, ormai la sua famiglia era estranea a lui.

E del mondo contadino nel tenue ricordo dei suoi familiari non resta più niente, resta solo un aratro e una seminatrice nel pratino all'inglese.

mercoledì 8 settembre 2010

Invasione calabroni

La soffitta del mio vicino di casa è stata -occupata dai calabroni- quelli gialli che se pungono...... Il giorno ronzano tranquilli come tutti gli insetti, ma la sera eccoli piombare in casa attirati dalla luce ho forse dalla tv?. L' altra sera sono entrati in casa quando al tg1 parlava il direttore, sembravano inpazziti, forse non piace nemmeno a loro. Che fare? come tutti gli ambientalisti a parole ho preso il flit e li ho abbattuti. Stasera sono entrati dal mio vicino, quarda caso c'era il tg4 . Ha dovuto chiamare i pompieri! ma quante cose debbono fare per guadagnarsi quella misera paga?????
Ora sono chiuso in casa e dal vetro vedo che ancora il camion lampeggia, segno che sfrattare calabroni è più difficile che alla Moratti sfrattare zingari ed estracomunitari.

martedì 7 settembre 2010

Via Fontebucchi n 11 racconto

Dal mio libro: Alla Grazia di Guarda chi c'è
Si diceva nelle veglie contadine che la maggiore fecondazione contadina avveniva nei mesi invernali. Vuoi perchè in inverno in campagna si lavora meno, poi le giornate sono più corte e di tempo per stare a letto c'enè di più. Uno al mattino guarda alla finestra, piove: nella stalla và il padre o il fratello e lui ritorna a letto. Poi si alza fa alcuni lavoretti come: intrecciare un cesto, o preparare i salici per la vigna, fare il trinciato al bestiame. Ma di tempo ne rimane anche per parlare con amici o vicini di casa. Non è cosi per la donna: ha da fare il bucato, o fare il pane, pulire il pollaio, rammendere ed tanti altri lavori; e tutto sotto la supervisione della suocera che non smette mai di brontolare.
Alla sera quando vanno a letto il marito riposo spera di trovare la moglie disposta. Quando vanno a letto spengono la luce ma nel mezzo del lettone c'e sempre un bimbo piccolo perchè in quei tempi i figlioli nascevano e come!
Comincia la tecnica dell'uomo per avvicinarsi alla moglie: scende al buio dal letto e piano gira dall'altra parte cerca il vaso da notte finge di fare pipì e poi cerca di avvicinarsi alla moglie, Appena la sfiora lei comincia piano a brontolare: voi omini siete riposi, un vù avete fatto nulla tutto il giorno, mentre io ho lavorato quanto una ciua- per i non Toscani asina- e poi la tua mamma brontola di continuo. Ma l'uomo insiste in cocole e lei, anche per non svegliare il bambino, si concede di traverso: posizione scomoda per una ritirata e trac! dopo un poco ci si accorge che aumenta la famiglia.

Io sono nato a Castelnuovo d'Elsa in via Fontebucchi n 11 comune di Castelfiorentino.
In val d'Elsa! dove è nato Boccaccio, dove ci sono paesi famosi come: San Gimignano,Certaldo. Montaione, Monteriggioni e mi scusino gli altri che non nomino. Dove nel passato c'era San Gervasio, Semifonte, dove passava la via Francigena, dove ci sono ville e fattorie meravigliose. E che volete! io non accetto di essere ingenerato di traverso in una sera di pioggia ma voglio immaginarmi una cosa diversa, come questa:
Dice la mia nonna al babbo: sono i primi di Febbraio e la legna scarseggia, dovete andare in bosco e tagliare qualche acacia. Babbo e mamma preso fune e pennato scesero in bosco e laggiù fra le frasche le vennero certe voglie ma sul più bello mio padre si trovò impedito nella ritirata da un'ago di acacia puntato sul culo e così il 16 10 1935 eccomi nato in via Fontebucchi n 11

lunedì 6 settembre 2010

Serata triste

Stasera non pubblico foto, non racconto di cammino ed altro. Stasera notizie tragiche mi addolorano.
Il sindaco di un paese del Cilento è stato ucciso. A Firenze un operaio è morto sul lavoro. Ieri e morto un contadino schiacciato dal trattore. Poi il pensiero và a quei minatori sepolti nella miniera.
Troppe persone perdono la vita per lavoro, si anche il sindaco ha perso la vita per un lavoro voluto onesto e ucciso brutalmente. Ma i troppi che muoiono sul lavoro sono - uccisi - per lavoro fuori dalle regole, senza i mancati controlli per la sicurezza, per lavori a cottimo, prima finisci e più guadagni.
Sono triste ma non arreso. Non ho lottato una vita per finire i miei giorni in questa rassegnazione strisciante. Occorre subito uno scrollone sociale che spazi via questa rugginosa e spenta politica.

sabato 4 settembre 2010

LE FONTI

Ieri mentre facevamo la nostra solita camminata ci siamo fermati ad una fonte per rifornirci di acqua. Buona fresca, una bevuta e il pieno della bottiglia e via lentamente in cammino. Subito nella pausa dalla solita chicchierata, perchè il sentiero era stretto e si doveva procedere ad una certa distanza, mi sono tornati alcuni ricordi di quando le fonti erano importanti per rifornirsi di acqua. Non fraintendiamoci, l'acqua è e sarà sempre più importante, ma questa società consumistica vuole e ci riesce a farci bere solo l'acqua di certe sorgenti miracolose di sicuro per chi le imbottiglia e ne trae guadagno. Quelli come me, e siamo sempre meno per selezione naturale, si ricordano bene come era importante avere una fonte vicino casa. E gli incontri le soste alla fonte. Si tornava a casa o al lavoro, i Boccia: i ragazzini portatori di acqua, e vedevi la gioia nelle giornate calde d'estate venirvi incontro. Una bevuta rinfrescante attenuava la fatica...... Non dico di ritornare ai vecchi tempi, ma rispetto sì per le fonti . molte abbandonate fra i rovi, passi vicino e vedi abbandonata una bottiglia di plastica con scritto le qualità diuretica di quell'acqua contenuta in quella bottiglia, mi viene da compatirci: E' buona solo l'acqua che si paga? quanto siamo imbecilli!!!!!!!!!!!!!

venerdì 3 settembre 2010

UN RICORDO






Anche zia Rina ci ha lasciato, l'ultimo riferimento che mi legava visivamente a mia madre non c'è più. Che dire? Ora solo il ricordo resta. Non stò a fare discorsi inutili ma metterò in suo ricordo alcune foto di Pallerino borgo dove è vissuta per tanto tempo.

mercoledì 1 settembre 2010

DA LA SPEZIA- ALLE CIQUE TERRE

Quando molti anni fà nella camminata San Miniato- Genova, rimanemmo colpiti dalla bellezza del sentiero1 Europa nel tratto dal radar fino a sopra Vernazza, quello definito da Carnevalini fra cielo e mare. Era da tempo che ci eravamo decisi di ripercorrerlo, ieri finalmente ci siamo decisi.
Andare alle 5 Terre in macchina è come bestemmiare, c'è il treno comodo e noi l'abbiamo preso.
Siamo partiti da San Miniato e a Pisa è salita una signora dall'abbigliamento non c'èra dubbio: scarponi e abiti da trekking. Prima della Spezia ci siamo conosciuti e aggregati. E dalla stazione della Spezia ci siamo incamminati verso Biassa e dopo km di salita siamo arrivati in cima. Preso il sentiero 1 abbiamo camminato sino a mezzogiorno, poi pranzo al fresco dei castagni. Che meraviglia! vedere da lassù il magico mare e i caratteristici paesi, e il cielo dello stesso colore del mare. Si camminava per lunghi tratti al fresco di una vegetazione magica. Incontrato il sentiero 6 siamo discesi verso Manarola, lunga discesa in un sentiero poco battuto ma segnalato e siamo giunti a Volastra da li abbiamo preso per Corniglia lunghissimo sentiero fra i vigneti caratteristici e bosco. Arrivati a Corniglia abbiamo visitato il paese e scesa la lunga scalinata e abbiamo ripreso il treno. Bella escursione coronata da una amicizia.