sabato 6 febbraio 2010

alla fine di un lavoro....cosa rimane........

Lavoravano fino a ottobre i cavatori di Sassorosso poi nella cava si sospendeva il lavoro,il ghiaccio non permetteva di lavorare. Sassorosso, un paese della Garfagnana a circa metà salita del passo delle Radici, aveva una cava di marmo rosso che dava lavoro a diversi operai. Ma da Ottobre a fine Marzo o giù di lì, in base al clima, gli operai si dovevano adattare ad un altro lavoro: spalatori di neve. Era duro col freddo spalare il lungo tratto da Casina Rossa, dove incominciava l'innevamento, sino al Casone di Profecchia, ma erano inverni rigidi la neve cadeva copiosa, il che permetteva agli operai di rimediare alla lunga stasi lavorativa della cava.
Alla prima nevicata consistente l'anas chiamava gli uomini del luogo, le dava la pala e le assegnava il tratto da spalare. Cominciavano la spalatura della neve e alle prime nevicate non era faticoso, gettavano la neve al lato della strada, poi il livello si innalzava col trascorrere dei giorni e delle ripetute nevicate, molte volte a tormenta dove il vento facendo mulinello riempiva la strada ad ogni tormenta. Alla sera tornavano a casa con le orecchie e i piedi gelati, le braccia indolenzite dal sollevare e gettare oltre il ciglio tanti quintali di neve. Ma si lavorava, magari inprecando il tempo e la sorte, ma si lavorava. finiva la neve e incominciava il lavoro alla cava, insomma si viveva.
Era passato una settimana in Ottobre dalla sospensione del lavoro alla cava per ghiaccio, in paese si aspettava la neve e la chiamata dell'anas. La neve non si fece attendere comincio una mattina fredda, prima sulla Pania di Corfino, poi i primi fiocchi cominciarono a cadere sul paese, già a Casina Rossa, dove passa la statale cominciò ad imbiancare. Ci siamo, dissero gli uomini pronti per la pala. La sera andarono a letto che nevicava forte. Il mattino seguente era tutto bianco fino giù verso la valle, non nevicava più e ognuno spalava la neve davanti casa, quando uno sferragliare giunse dalla statale, alzarono la testa e una macchina spalava la statale.Era il primo spartineve e per gli operai spalatori finì anche quel magro lavoro.
Cosa risaputa, il progresso, ma quante volte è capitato a chi lavora di imparare un mestiere poi il progresso se lo porta via, ma i benefici del progresso a chi vanno???????????????????????????

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Maresco, tu poni un bel dilemma.
E' vero, se il progresso ha portato all' umanità tanti benefici, ha portato anche molti sacrifici.
Secondo me ha ragione il filosofo francese Serge Latouche, il sostenitore della decrescita economica. Questo pensatore, per dirla in poche parole sostiene che ormai tutto il mondo è devoto all' economia e sopratutto all' indicatore di crescita economica: il PIL, il Prodotto Interno Lordo, che innesca una spirale perversa nelle economie nazionali di ogni paese, tanto che se questo indicatore non cresce è la sciagura di ogni economia. Invece al contrario di quanto sostengono gli economisti, i finanzieri, che poi sono quelli che ci hanno portato dentro la più grande crisi depressiva ed economica che si ricordi dopo quella altrettanto disastrosa del 1929, Latouche, ritiene che si dovrebbe avere il coraggio di imporre altri indicatori per il benessere dell' umanità. Indicatori che non si basino esclusivamente verso una corsa infinita della crescita economica e industriale, ma anche verso la crescita morale, intellettuale, ecc. ecc.
Perchè l' economia è diventata una religione, e nel suo nome si compiono le più grandi ingiustizie sociali e le più grandi nefandezze planetarie, attraverso politiche di sfruttamento delle risorse naturali dei paesi poveri a favore dei paesi ricchi e via di seguito...
Ti saluto cordialmente
Patrizio