sabato 2 gennaio 2010

ricordi nei sentieri

Nelle nostre colline camminando, ogni tanto nei massi di tufo seminascosti dai rovi ho dalle frane troviamo rifugi di guerra, per fortuna ora abitati da tassi, istrici e volpi, si vede dalle tracce che lasciano al loro passaggio. Anche se intatti non sono mai entrato per non lasciare odori ho tracce da disturbare. Si sà quanto gli animali temono e a ragione l'uomo. Ma soprattutto per non ricordare i tristi giorni vissuti nella mia infanzia, quando di corsa scendevamo gli scalini per ripararsi dai bombardamenti. Erano angusti e bui quelle caverne scavate in fretta nel tufo stavamo ammuchiati ognuno vicino alla propria famiglia. Sentivavamo il rombo degli aerei,molte volte passavano e poi cessava l'allarme, ritornavamo ai giochi, ma erano giochi di guerra,fingevamo di costruire bombe o imitavamo il rombo degli aerei e lo scoppio delle bombe. Poi l'attesa del fronte, sentivavamo in lontananza i colpi,i genitori si apprestavano a giorni difficili e preparavano quel poco per sopravvivere. Al primo sibilo di un proiettile corremmo nel rifugio,otto giorni ammucchiati al buio, decine di persone ammuchiate in spazi ristretti. Gli unici che si trovavano a loro agio erano i pidocchi. Dal sibilo del proiettile di cannone sapevamo se cadeva vicino o lontano. Se era prolungato andava lontano se arrivava lo scoppio senza sibilo era nei paraggi. Poi le liti per un niente provocate più dalla tenzione e dalla paura, che per il disagio. Arrivavano dall'esterno notizie tragiche ampliate dalla tensione.
Quando rivedo quei rifugi mi fa male due volte: una per i disagi da bambino, due pensando a quanto misero è l'uomo che può avere gesti di altruismo, ma subito dopo odiare a tal punto da scatenare guerre e distruzioni. Gialli massi delle nostre colline lasciatevi abitare dagli animali che sanno comportarsi meglio degli uomini.

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