mercoledì 4 novembre 2009

Il portafoglio

Era la prima domenica di maggio di una quindicina di anni fà quando decidemmo di andare in pania come dicono in lucchesia. Partimmo presto da san Miniato e dopo avere attraversato in macchina la media valle del Serchio ci fermammo a Gallicano al forno per aquistare il pane e l'immancabile dolcetto locale, poi iniziammo la salita verso Molazzana, al paese ci rifornimmo di acqua e continuammo verso monte Piglionico, alla cappella dedicata ai partigiani lasciammo la macchina e, zaini in spalla cominciammo a salire sul sentiero sette verso il rifugio Rossi. Percorso noto, ma prima del prato c'era già molta neve. Anche se Maggio la tanta neve che si accumula in inverno nella parte nord dell'Uomo Morto tarda a sciogliersi. Molta fatica per giungere al rifugio Rossi,scegliemmo di proseguire senza fermarsi. quando giungemmo all'imbocco della valle dell'Inferno lo zaino mi pesava vidi una roccia scoperta mi appoggiai per sostare un poco. Mi appoggio con la mano alla roccia e con gli occhi in basso vedo fra la neve un qualcosa di scuro: prendo il bastone e scavo. Con sorpresa esce un portafoglio, lo faccio vedere a Chiara, l'apriamo e vediamo che ci sono patente e tanti soldi, lo richiudiamo lo metto nello zaino proponendomi di portarlo alla prima caserma dei carabinieri. Poi per tutta l'escursione scherziamo: chissà quante pacche nella chiocca pelata avrà preso dalla moglie quel tizzio! La salita in Pania fù dura, poi la discesa nella valle di Mosceta e il giro dietro il Pizzo delle Saette, a farla corta decidemmo al ritorno vista l'ora, di portare il portafoglio ai carabinieri di San Miniato il lunedì mattina. Appena giunti a casa aprimmo il portafoglio e con sorpresa vedemmo che era di un cappellano militare degli alpini di Cuneo, in un solo biglietto c'era un numero di telefono, feci il numero e mi rispose una signora in dialetto piemontese la quale mi disse: povero don Mario quanto ha sofferto, lo avverto subito. Le diedi il mio numero e dopo poco il don mi ritelefonò:miracolo!! gridò,poi mi spiegò tutta la trafila per cercarlo.-Ero venuto ad Aulla con le reclute per le esercitazioni a quel poligono.Avevo desiderio di scalare la Pania della Croce e con diverse reclute partimmo in treno da Aulla per Castelnuovo in Garfagnana, scesi dal treno siamo venuti marciando sino al rifugio Rossi dove abbiamo pernottato. Al mattino abbiamo scalato la Pania e siamo ritornati al treno,Li mi sono accorto che non avevo con me il portafoglio, credevo di averlo perso al rifugio ho telefonato e il gestore mi ha detto che non ha trovato niente, sono stato scortese perchè ero convinto di averlo perso lì. Ora mi ritorna alla mente che ho tirato fuori la giacca a vento dallo zaino-. Le dico quello che c'era nel portafoglio e tornava tutto. Il portafoglio era da metà Gennaio che stava sotto la neve, tutto, i soldi e i documenti erano intatti, miracolo! questo lo dico io! se era il mio di finta pelle..... ma il cappellano lo aveva in pelle. Al mattino mi reco dai carabinieri i quali fatto l'inventario lo hanno spedito. Il sabato verso le undici mi telefona don Mario e mi comunica del'arrivo del portafoglio. I tanti soldi, 1milione e cinquecentomila lire erano anche delle reclute. Tutto bene quel che finisce bene... -dirò una preghiera per lei in ogni messa disse don Mario-, dopo 15 giorni arrivò una cartolina benedetta da Lurdis, il giorno dopo mi slogai il braccio destro,un mese ingessato. Sarà che non sono predisposto a raccomandazioni divine..................

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vero, verissimo, direi davvero che sei allergico alle raccomandazioni celesti.....
Scherzo, Maresco.... hai fatto un bel gesto.
Si vede da qui che sei una persona onesta.
Un caro saluto.
patrizio