mercoledì 28 ottobre 2009

I COLORI D' AUTUNNO

Come è bella la campagna d'autunno,
come si danno da fare le foglie
delle piante prima di cadere
sembra che vogliono dire:
vedete,anche alla fjne della nostra esistenza,
riusciamo a dimostrare il bello della vita
sempre uguali, verdi,o più tenue, o più scure ma sempre verdi,
poi un ultimo sussulto,
ognuna di noi facciamo vedere che,
anche alla fine
sappiamo stupire.
Poi ricoperto il sentiero
dalla soffice coltre variopinta
permetti a noi
di procedere leggeri
senza cancellare il tracciato.

Spero ache noi si abbia lo stesso destino:
aver vissuto tutta la vita nell'anonimato
una volta -caduti, di lasciare qualcosa
come una piccola foglia una traccia, un ricordo a chi verrà.
Sotto la foglia, che lentamente si macera
c'è un seme,dopo la vita di un uomo
c'è la traccia per gli altri che verranno

Speriamo che il seme modesto che lasciamo
nell'altra primavera germogli bene.

domenica 25 ottobre 2009

scopa fiorita monte Castellare

la ragazza dal pungiglione.

Tornano alla mente ricordi lontani,e questa volta vado indietro nel tempo agli anni della gioventù. Questa storia mi è ritornata alla mente sentendo poco tempo fà la notizia della fine del restauro del Teatro del Popolo di Castelfiorentino, teatro a me caro, è lì che ho visto i primi film, i primi varietà, le prime commedie. Sarà bello tornare a rivedere quel teatro e spero di farlo in una prossima occasione.
Ritorniamo agli anni della gioventù. Era da molti anni che abitavo lontano dal paese, quando un giorno leggo un manifesto che annuncia testualmente:-Veglione di mezza quaresima- In quel tempo durante la quaresima in molte parti non si ballava.molte volte per credenze beghine,A Castelfiorentino si svolgeva questo veglione.
Decido di andarci, erano anni come dicevo che mancavo da Castelfiorentino,fra le ragazze presenti non avevo conoscenti.
Entro in teatro, la plarea era sgombra e fungeva da pista da ballo, solo ai lati c'erano tavoli, la maggior parte della gente aveva prenotato i palchi
Faccio un giro attorno, bel pubblico femminile, vedo in un palco LEI,bel visino, i capelli ornati da un fiocco nero, dei ricci le pendevano da ambo i lati. Comincia a suonare l'orchestra le faccio cenno di ballare, dal palco mi fà cenno di si con la testa e un accenno di sorriso, le vado incontro all'entrata dai palchi, arriva, Alta, bella, in abito da sera, anche io non scherso, sono in abito scuro, l'unico che avevo, ci avviiamo al centro della sala e cominciammo a ballare, mi presentai e alla fine dei tre motivi le chiesi il prossimo ballo, lei accettò. ballammo tutta la sera, ero al settimo cielo,più passava il tempo e più la stringevo a me. Era un sogno di ragazza e io preso dalla attrazione la strinzi a me e le appoggiai la testa sui bei riccioli, sentivo in profumino invitante e sprofondai il naso fra i bei riccioli, Ma la sua parrucchiera aveva avuto una pessima idea: il fiocco che teneva al centro era appuntato da uno spillo. Io affondai il nasi fra i riccioli e nello spillo! un male bestiale! la parte più sensibile del mio corpo fece una retromarcia spaventosa. Eravamo a fine serata, la salutai e venni via. Non l'ho più rivista ne cercata, speriamo che quello spillo l'abbia gettato via sennò è ancora zitella. La mattina dopo avevo un naso rosso come un peperone e un dolore che non vi dico. Mi vede mia madre e si preoccupa,ho cosa hai fatto al naso? io sispondo: mi ha punto un calabrone! Di Febbraio? e andò via scuotendo il capo.

Stramberie n 2

Avolte lo penso
ora lo dico:
la meglio morte sarebbe
morire sulla pianta del fico.
lasciare il parente
o il curioso perplesso,
sarà morto prima o dopo l'amplesso????

sabato 24 ottobre 2009

TREK

Nelle foto sotto vedete c'è trek il nostro piccolo cane, ci dovrebbe essere altre due foto: la mia e quella di Chiara e sotto uno scritto di trek: questi due, sono quegli incoscenti che mi hanno condotto nei posti più disparati. Si perchè con trek abbiamo scalato tutte le vette dell'appennino settentrionale,Alpi Apuane, Sibillini, Amiata, monte Serra, colline metallifere, paludi, valli,insomma per falla breve dove siamo stati noi c'è stato anche lui. E tuttora, alla parola d'ordine: sà andà, lui malgrado i suoi 12 anni compiuti, risponde scodinzolando.
La cosa cominciò così: A mia cognata morì il cane, io le dissi, lo vuoi un cucciolo c'e l'hà un contadino mio amico, lei rispose di sì,telefonai all'amico e mi disse:fra qualche mese quando le tolgo la puppa ti telefono. Passano pochi giorni,il contadino mi chiama al telefono:vieni a prendere il cane, alla cagna è venuta la polmonite.Vado e mi mette in mano un cagnolino di 16 giorni,lo metto in una scatola da scarpe e lo porto a casa mia.Dico a mia moglie dobbiamo tenerlo noi finchè non sarà possato qualche settimana, mia cognata oltre che avere la salute precaria doveva pensare anche a mio padre. Dove lo mettiamo? Provo a metterlo giù nella stanzetta dove c'è Lucignina la gatta con il gattino e vediamo che succede. Incredibile!il cane fu accettato subito, a farla corta dopo due giorni il canino poppava la gatta,dormivano assieme giocavano assieme. Per la gatta era un figlio. come vedete nella foto sotto, venne il tirreno e pubblicò la notizia e la foto dei tre.A tre mesi trek venne con noi a scalare la Calvana di Prato, e da lì in poi dove andavamo noi viene anche lui.Non posso parlare o scrivere delle nostre tante esursioni senza citare lui, trek compagno di vita per dodici anni e speriamo per molto tempo ancora, vista la voglia che abbiamo ancora di sorprenderci camminando nelle nostre belle campagne.

giovedì 22 ottobre 2009

strade bianche

Una strada bianca in estate. Camminare scalzo sulla polvere di argilla sotto il caldo sole. Sentire il fruscio delle lucertole nei cigli. Ammirare nelle piagge il grano giallo che presto sarà da trebbiare. Odore di fieno, di lupinelle e di ginestre fiorite nella forra e rose canine.
Cosa può volere di più un uomo che è nato in campagna, che ha visto giorno dopo giorno il trascorrere delle stagioni?
Inverni nelle calde stalle seduto sopra una pressa di paglia a conversare e preparare i salici per la vigna mentre fuori l'inverno dava tutto di sè.Come in primavera preparare con cura le prime semine e assistere i primi germogli. poi l'autunno con il colore dei panpini della vite che ingialliscono o diventano rossi prima di cadere sotto lo sferzare della tramontana.
Poi chiuso dentro fabbriche ritmi di lavoro estranei al mio mondo, orari scanditi non dalle stagioni, ma dall'uomo che cerca profitti.
Strade bianche: quante ne ho viste scomparire nel nome del progresso e del moderno. Una alla volta ricoperte di asfalto e percorse da macchine veloci con sopra gente frenetica che non sà cosa vuole. Bastava uscire di casa ed eri lì, strada bianca. Ora c'è gente che per vederti percorre centinaia di chilometri per stare una settimana in tua compagnia.
Strade bianche in Valdelsa, nel chianti, nel volterrano, nel senese resisti! e come paesi opere d'arte monumenti della nostra bella regione diventerai patrimonio dell'Unesco perchè sarai rara.
Io che tanto ho camminato sulla tua polvere mi auguro che tu vivi ancora e che qualcunaltro cammini come ho fatto io sulla tua polvere senza temere. L'argilla è salute ai piedi e li rafforza. Prova anche tu bambino moderno.

lunedì 19 ottobre 2009

S. ANNA

E passiamo da Valdicastello
dove è nato il grande poeta.
E subito il cuore si stringe
nel leggere nomi sul marmo.
E saliamo sul ripido sentiero
fiori finti sulla roccia,
non nomi, non scritte.
Vediamo sù in alto fra i castagni il campanile,
ultimi tornanti del lungo sentiero.

Arriviamo a S.Anna ed entriamo in chiesa:
tante foto sbiadite di infanti negati alla vita
da crudeli belve con la faccia da uomini.
Saliamo su all'ossario e sostiamo commossi
davanti a seicento nomi stampati sul marmo
strappati alla vita da crudeli assassini.

Eccoci poi sù a passo S.Anna
vicino alle rocce del monte Lieto
guardiamo dall'alto le case il campanile
i castagni, i bei prati
diciamo: come è bella questa montagna!
come è potuto succedere, in un posto così bello
che un uomo diventi belva
con sacerdoti, bambini, donne
miti pastori e contadini?

Ricominciamo il cammino del ritorno
svoltiamo a destra
il paesaggio non cambia
sempre bei monti, ma scendiamo.
A Capezzano Monte altra lapide,altri nomi.

Eccoci giù a Pietrasanta
il treno ci riporterà sulla nostra collina
ma ora abbiamo più motivi
per continuare a lottare per la pace.

Il grido dei martiri
quelli che subiscono ignari
le crudeltà delle guerre,
in passato come a S. Anna
ora in altre parti del mondo
dice: di non mollare!
la pace non è una utopia
lottiamo per averla tutti per sempre

foto1435

domenica 18 ottobre 2009

foto

n1 fioritura
n2 grano in primavera:San Quintino. In alto via francigena
n3 Giglio giallo fiorito sul monte faedo -serra-
n4 papaveri fioriti fra san Gargano e Chiusdino
n5 noso Uomo Morto Apuane
n6 monte Sumbra Apuane
n7 parco di Castelvecchio San Gimignano: valle Libbiano
n8 torre: Barberino val d'Elsa
n9 Castello DI Monsanto: a nord di Poggibonsi
n10 chiesa Del Tamburino,San Quirico svizzera pesciatina
n11 cerchio: mostra di Mauro Staccioli, Volterra
n12 tronco di castagno scavo: prato tamburino PESCIA.

giovedì 15 ottobre 2009

-cammino e vedo la rocca

IL CORREDO DI DAMIANA

Era il 1948 abitavo a Montauto una collina argillosa sopra la fornace dei Praticelli a Castelfiorentino. Tempi difficili la miseria imperava e per avere risorse nelle famiglie contadine bisognava ingegnarsi. Damiana giovane e bella era da anni fidanzata, ma il corredo ancora non lo aveva completato. Nelle famiglie dei mezzadri i figli dovevano arrangiarsi: tanere dei conigli,dei polli crescerli poi venderli al mercato.La madre di Damiana le acquistò una quarantina di anitre mutue, cosi le chiamavamo,che una volta grandi potevano fruttare diversi soldi spendibili in lenzuola, asciugamani ecc insomma il corredo.Per non spendere molto nel mangime la ragazza le pascolava nelle piagge dove abbondavano tante piccole chiocciole. arrivavano a sera e le piccole anitre avevano il gozzo gonfio da quanto avevano mangiato.Io a volte l'aiutavo a pascolarle era quasi un divertimento vedere come catturavano questi chiocciolini anche sui fili d'erba alti.
Un pomeriggio le anitre sazie le avviammo verso casa, tutte in fila indiana dentro una fossetta, noi parlavamo e quando giungemmo a casa non avevamo nessuna anitra dietro. Subito tornammo indietro guardando nella fossetta, niente nessuna anitra. Cominciò una ricerca affannosa, a noi si unirono diverse persone, niente! eppure erano nella fossetta ben pulita! dopo ore di ricerche io allora avevo le orecchie fini, non come ora,mentre camminavo lentamente a margine della fossa sentii un cinguettare lontano, mi fermai, ascoltai più attentamente, il cinguettio veniva dal profondo, guardai attentamentee vidi un piccolo foro nel terreno,ascoltai, il cinguettio veniva da dentro il buco.Cosa era successo? andando in fila indiana una volta caduta la prima anche le altre la seguirono. Ora come facciamo? se scaviamo le gettiamo le zolle addosso. Fortuna che d'Estate le giornate sono lunghe,allargammo il buco grattando la terra con le mani e una alla volta furono recuperate.Un episodio piccolo, ma che ora non si potrebbe fare: nutrere 40 anitre a chiocciolini? un sogno! in tutte le piagge non c'è in chiocciolino, ma non sono state le anitre a distruggere chiocciole e insetti ma i diserbanti.

mercoledì 14 ottobre 2009

IL PENDOLARE racconto

Eccomi quì, seduto vicino il finestrino del treno a quardare svogliatamente il paesaggio che scorre veloce davanti hai miei occhi, immagini familiari,sempre le stesse di tutte le mattine:colline,il fiume, l'argine, i campi. Ecco il ponte sul fiume,il rumore delle rotaie cambia per un attimo, ora il treno scorre dall'altra parte. La valle si restringe,il fiume,campi e subito collina: ulivi, poi bosco misto di cipressi e pini. Dopo una stazione la piana sempre più invasa da Capannoni industriali e case.Ecco la grande stazione, il treno ha sempre dei ritardi, di corsa all'autobus, forse farò in tempo a timbrare alle otto, passo svelto,entro in fabbrica timbro e subito il lavoro. Pausa mensa e di nuovo al lavoro.All'uscita dal lavoro stessa trafila: autobus, treno casa tardi.
Chi sono io?, sono un operaio pendolare, che si alza presto al mattino e corre assonnato verso la stazione, un cenno di saluto ai soliti -forzati del lavoro-. C'è chi tenta appena salito sul treno di recuperare un poco di sonno perso col figlio piccolo o per qualche suo problema.Io nò, non riesco a dormire al mattino, guardo dal finestrino lo stesso paesaggio di sempre che scorre davanti ai miei occhi. Vorrei che, almeno per una volta, che il treno si fermasse, scendere e camminare sù quelle colline, parlare con la gente, vedere la campagna nei particolari, girare per boschi e sentieri.
Ma uno che si alza alle sei del mattino e torna tardi alla sera, cosa le rimane per guardare intorno a se? Solo attimi!, in famiglia, con gli amici,nel tuo paese. Quando passo nel mio paese la gente dice dopo: quello che lavira a....Il Sabato cerchi di dormire ma l'abitudine ad alzarmi presto lo impedisce. Poi le cose rimaste in sospeso per tutta la settimana vanno fatte.

Arrivo al lunedì e mi rimane solo il tempo libero che posso permettermi: Guardare dal finestrino e sperare di giungere davanti alla fabbrica e non trovarla chiusa.

martedì 13 ottobre 2009

La favola dei lombrichi\ non solo per bimbi

Ho nonno!,me la racconti una favola.
Siediti sui ginocchi.
-Devi sapere che alla Catena di San Miniato fra il rio San Bartolommeo e la fattoria della badia,ora centro per malattie nervose e mentali dell'usl n 11,c'era il campo dell'ortolano Beppe, il quale concimava con letame e la verdura era bella e rigogliosa, lo stesso letame alimentava un gruppo di lombrichi che vivevano masticando terra ben concimata, una vita dignitosa e serena.
Alla morte dell'ortolano il campetto rimase incolto ed essendo terreno molto sabbioso
i lombrichi si trovarono presto alla fame. Masticavano terra in quantità ma essendo magra non si toglievano la fame.
Il lombrico più giovane disse: io quì a morire di fame non resto più, vado a cercare fortuna, e se mi trovo bene vi telefono,e partì.
Dopo pochi giorni al lombrico maggiore squilla il telefono, pronto? sono io il lombrico giovane.Hooo sei tu'ho come stai, dove sei?
Stò molto bene, ho trovato una concimaia,che bellezza!basta aprire bocca e siamo sazi. pensa: mi sono fatto anche una amante, una ingrassagalline che è una favola. Venite anche voi.
Il maggiore lombrico convocò subito una assemblea.
Tutti i lombrichi furono entusiasti di partire, solo uno il becio un vecchio lombrico venuto dalla Valdegola non fù d'accordo e disse: Mi raccontò mio nonno che ai suoi tempi un gruppo di lombrichi fu convinto da un certo lombroduce che promise loro una concimaia in affrica, non tornò più nessuno.io rimango.
La lunga fila dei lombrichi si allontanò diretta alla concimaia.

Passa una settimana e una sera il becio accende la televisione per sentire il telegiornale dei lombrichi: Strage alla Catena, tutti i lombrichi della concimaia sono stati catturati e portati al vicino laghetto di pesca sportiva per fare da esche!
fine

Ho nonno ma che finisce cosi?
ho nonno ma come fanno i lombrichi ad avere il telefono, la televisione...
Ho nonno ma chi te l'ha raccontata questa favola???

Me l'ha raccontata uno che poi l'hanno portato nel centro mentale, i dottori quando l'hanno visto hanno scosso il capo, poi hanno preso la canna, l'amo, gli ombrichi e sono andati a pescare.

lunedì 12 ottobre 2009

DAL DOTTORE

Meno male e sono il primo, l'ambulatorio è aperto
...Leggiamo un poco...oggi è finita la guerra 15-18
Ha! il dottore si è deciso di portare una rivista più nuova.

Buongiorno Beppe!
Quarda chi c'è Masino, ho come stai?
Un ci lamentiamo, ma sai, anchio non sono dell'erba d'oggi.
Sei, se un mi sbaglio del 33, io sono del trentuno,due anni più giovane di me.
Noe, due anni meno vecchio sarebbe meglio che tu dicessi!
Ma ti ricordi quando si andava a ballare ad Altopascio?
Se me lo ricordo...è passato di quel tempo....
A proposito,sai chi ho visto un mese fa?
Ho chi hai visto?
Carla! quella biondona che tu ci ballavi sempre e poi sposò uno di Santa Croce coi sordi?
Ma senti!, un l'ho più vista, ho come stà?
Ora bene, ma ne ha passate di brutte; il marito glè morto, il figliolo è fallito e l'altranno mentre e rincorreva le nane è cascata e si è rotta il femore.
E ne succede un pò a tutti.
La rivedresti volentieri?
Nò.
E perchè?
Io Carla voglio ricordarmela come era allora:bella,bionda,occhi azzurri, un fisico da modella. E lei non mi deve vedere come sono ora:stomaco sporgente,dentiera che ride sempre anche ai trasporti,passo vacillante, e lei mi deve ricordare il bel giovane che ero allora, modesti a parte.

Eccolo ba!e c'è anche Tonio, siamo in tre, ora si fà il treppiedi!
Manca un'ora e siamo già in tre!
...E se un camminavi svelto quando e mi hai vista eri il quarto.
Ho che sei te Giovanna?
Ho chi volete che ci sia una velina!
Mmagari!!!
Sie e vù gli faresti qualcosa!

Esi fà per dire...
Ho dimmi una cosa Tonio? ma alla tu socera gle l'hanno dato poi l'accompagnamento?
In ponpa magna! ma al cimitero!
Ho che è morta?ho che ha avuto?
E l'ha affogata la balia, un mi fa di bischerate, aveva 96 anni.

Quarda chi c'è Tosca, o unneri tornata a Empoli dalla figliola?
Ma sai d'estate ritorno in poggio c'è aria meglio e poi a lascià la casa sempre chiusa tutto l'anno e si sciupa tutto.
Perchè un l'affitti?
A chie, c'è più case che persone, oggi i giovani e si sposano fanno il mutuo e la comprano.
A proposito, ma il tuo figliolo sè sposato?
Sì, ma ora è già separato, è ritornato da noi, la casa è toccata alla moglie.
Oggigiorno i matrimoni e un durano!
Ma i mutui sì
E' un gran mondaccio, il peggio va ai bambini poerini....

Mamma mia!o quanti e cenè...ci fò mezzogiorno.
Chissà i che tu avrai da fare a casa?
Ha da badare la moglie!
Sie, e me la pigliano.... un ci monterebbe nemmeno un gatto anche se gli mettessi il presciutto sulle puppe!

Ho che danno quì per esserci tutta questa gente?
E danno fumo!.. ci rattoppano prima di mandarci a portainferi

Ma questo dottorino ti garba Giovanna?
Un lo devo mia sposà, um mi piglierebbe, ho settantatreanni, poi hai visto con che bella donna stà?
Bella davvero... poi e si tiene...

Eccolo! ho chi c'è?
Chi voi che ci sia... il rappresentante!e si mettano a parlà dove sono stati in ferie,
Loro possono andare, noi con la pensione che ci dà Berlusconi e si và a marina di Montrappoli.

Stamani è anche in ritardo...a eccolo!buon giorno dottore!!!!

Avanti il primo

O quanto e ci stà lui?
E c'è spesso dal dottore...
La fatia un l'ha ammazzato dicerto, ha fatto lo stradino, ma invece di guardare le strade e guardava dove andava i fagiani e la mattina dopo e si metteva alla mutua, eccolo che esce.
Ho fatto una ricetta, arrivederci a tutti.
Se si faceva visitare e ci stava tutta la mattina
E unnè a falli entrà, ma a falli uscì!

Venga prego.
Ecco il rappresentante, chissa quanto e ci starà!poi dicono che si chiacchiera tanto noi donne... dopo tanto eccolo.


E uno alla volta i pazienti, che chiamerei impazienti,escono dal dottore con la tanto sospirata ricetta di medicinali generici che il dottore ha prescritto per alleviare qualche disturbo......




g

domenica 11 ottobre 2009

Meravigliarsi

Saliva sbuffando il treno a vapore
in un mattino di inverno
lasciando in cielo una nuvola bianca al suo passaggio
e rimaneva sospesa nell'aria
prima di allargarsi e dissolversi lentamente.
Io bambino guardavo meravigliandomi.

Io guardavo le nuvole bianche in inverno
e mi meravigliavo nel vedere cadere la neve.

Io seguivo meravigliato
le nuvole correre e creare veloci chiaroscuri
sotto la sferzare del maestrale.

io mi meraviglio nel vedere germogliare
in primavera, piante ,erbe e fiori
e crescere e frusciare alla brezza della sera.

Ho visto sorgere il sole da luoghi diversi
ho visto tanti tramonti meravigliandomi sempre.

A giorni compirò settantaquattro anni
ho ammirato monti,colline,paludi,mare,
ho fatto esperienze, come ne fà chi vive parecchio
e ancora mi meraviglio nel vedere quello la vita ci offre.

E mi meraviglio di Te
che paziente al mio fianco
subisci le mie stranezze.

sabato 10 ottobre 2009

Ma a chi la racconti?

Ecco che si scopre la via Francigena, prima erano pochi studiosi di storia a sapere che nei nostri sentieri è passata nei secoli gente celebre che si recava a Roma per fede.Ora che i mezzi di informazione, giornali tv ecc. la annunciano di continuo. Si fanno convegni,si spiega che questa via era importante nel passato, e ora può essere di volano al turismo itinerante. Anche io mi sono allineato al coro per rivalutare questi sentieri, ma il mio è uno scopo diverso, è su questi sentieri che ho visto passare migliaia di persone fuggire ai bombardamenti,andare per elemosinare un pezzo di pane o fuggire dopo l'8 settembre dalle caserme per sfuggire alle deportazioni naziste. Poi file di contadine andare al mercato per vendere polli e conigli e comprare medicine. Ho visto passare sui sentieri gente più disparata, ma mai a nessuno è venuto voglia di valorizzare i sentieri perchè vi passava la povera gente.
Questa è la mezza falsità degli storici, si ricordano solo pochi potenti e non si ricorda chi ha fatto ricchi i potenti.Nessuno dirà mai quanta violenza hanno fatto certi potenti che per andare a Roma raziavano al loro passaggio,andavano a Roma per fede, ma i poveri contadini, i poveri braccianti come facevano a salvare l'anima, costretti a lavorare schiavi dei potenti.
La via francigena,è bene che sia rivalutata ma chi fa lo storico tenga conto anche di quelle migliaia di persone che a tratti l'anno percorsa cercando la sopravvivenza e magari portandosi al lato per lasciare passare coloro che erano gli artefici della loro miseria. Non credo che camminando sulla Francigena si faccia per fede, è solo la voglia di sfidare il fisico.
Li vedo passare, li saluto, a volte cammino con loro sicuri di emulare le gesta di celebri personaggi del passato. Io mentre cammino, mi torna alla mente le centinaia di persone sconosciute che per necessità di sopravvivenza anno percorso i nostri sentieri, è A LORO CHE Và IL MIO PENSIERO.

venerdì 9 ottobre 2009

LA CASTAGNA,

Per secoli la castagna è stata coltivata in larga parte del nostro territorio collinare e basso montano e aveva questo prodotto il pregio di non richiedere lavorazioni al suolo, solo potatura e raccolto ed essiccazione, ma aveva il pregio di essere il raccolto in autunno quando altre raccolte erano terminate. Poi la fuga dalle campagne ma soprattutto il bassissimo profitto dato ai coltivatori, e quì ce ne sarebbe da dire,la differenza del prezzo pagato al raccoglitore da quello pagato dal consumatore nei negozi, nei mercati, hanno fatto abbandonare i castagneti nel degrado più assoluto. Si ritorna sempre alla solita musica, deve solo a rischiare è il coltivatore,col tempo,con tanta fatica, mentre chi commercia fà il suo ricarico col risultato che a lui va tutto bene. Intere colline e bassa montagna sono abbandonate, nessuno si preoccupa del degrado.Poi ci lamentiamo delle alluvioni, troviamo tanti soldi per riparare i danni provocati dalla incuria e dall'abbandono. Mai si sono create le condizioni per una vita più dignitosa a chi avrebbe saputo con l'esperienza difendere il territorio. E l'alimento castagna, come altri prodotti ora diventati secondari,si cerca di valorizzarli in sagre,convegni che durano il tempo di un temporale estivo, poi' niente, a quei pochi anziani che raccolgono castagne nei castagneti delle nostre colline vengono pagati con una elemosina, Che vergona! è vedere i prezzi anche di 6 euro al kg mentre a chi le raccoglie pochi centesimi.Bene, si andrà come sempre avanti così, si troveranno tanti soldi dopo disgrazie e alluvioni ma mai si cerchera la soluzione nella prevenzione.

mercoledì 7 ottobre 2009

STRAMBERIE

Alle nozze di cana
andava gesù
con un completo di lana.
Ma in tasca non aveva quattrini
perchè 8\1000 gle la preso ruini

Sotto la pioggia
stava il ramarro
se continua così,pensa,
mi prendo il catarro.

pioveva a dirotto
ma stava contento
il contadino
e pensava:
meglio che piova ora che quando è beltempo.


Rileggo che ho scritto
e non sono pentito
ho settantaquattranni,
ma sarò rimbambito??????

martedì 6 ottobre 2009

Ultima tappa:Recco- Genova

.......Ora basta:stiamo per giungere a Genova. L'ultima tappa, la più difficile, perchè raggiungere la Lanterna vuol dire attraversare Genova, non è facile per noi -campagnoli- trovare il percorso giusto in un dedalo di vie.
Per finire abbiamo scelto l'ultimo giorno dell'anno, trentuno dicembre.
Arriviamo a Recco dopo essere scesi con l'intersitj a Genova Brignole e tornati indietro con un treno locale.Ora è strada e città, ma dirò che camminare lungo l'aurelia non è male ci sono ampi marciapiedi.
Partiamo da Recco con una pioggerellina e il freddo. Mentre camminiamo ogni tanto passa una macchina carica di neve. Chiara dice: vedrai sulle alture nevica. percorriamol'Aurelia sul lato sinistro,quello che guarda il mare. Sotto alla strada ci sono ville con giardini con piante tropicali, Chiara è affascinata , lei adora le piante tropicali, ogni tanto si ferma a guardare.Passiamo Sori,gran bel posto, visto cosi mentre camminiamo,poi ecco Pieve Ligure, poi Bogliasco. E arriviamo a Quarto Dei Mille, e quì la sorpresa! Giriamo a nord e troviamo la neve a chiazze ai lati della strada, fortuna che il marciapiedi è pulito. Soffia una tramontanae un termometro segnala più quattro. Bella giornata abbiamo scelto per terminare il cammino!, le previsioni annunciavano tempo incerto, ma la neve...Era cessato di piovere, soltanto la tramontana mentre camminavamo sulla sopraelevata ci spostava ad ogni folata. Ormai eravamo in ballo...Arriviamo all'altezza della fiera e scendiamo nel viale che va verso il mare. Una volta raggiunta la fiera prendiamo una strada sopraelevata per non entrare nel dedalo delle stradine della Genova vecchia il marciapiede è ampio l'indicatori dicono porto, continuiamo senza sostare, mangiamo un panino per poi ripartire, il freddo è attenuato al riparo delle case.
Finalmente dopo tanto camminare ecco il porto vecchio. Passiamo per stradine e posti nominate nelle canzoni di De Andrè. Arriviamo sotto gli archi, ci sono gruppi di giovani con la faccia da - mandriulan come canta Fabrizio, ci guardano come se dovessero mangiarci. FINALMENTE LA LANTERNA!è li a cinquanta metri, non si può visitare è in restauro.BASTA! il percorso è finito
Torniamo addietro, qualche stradina ed ecco l'altra Genova:Piazza De Ferrarie li signore e signori eleganti, scende dalla macchina il sindaco con la sciarpa tricolore. Ci ricevono con gli onori! ,Dico scherzando, vediamo dal cartello che c'è l'inaugurazione della stagione operistica
Eccoci alla stazione, prendiamo il diretto per Pisa e alle 22 siamo a casa.
Abbiamo negli anni camminato tanto ma belli come questo no!. Stanchi, ma aspettando la mezzanotte al brindisi abbiamo cantato: Con quella faccia un pò così, con l'espressione un po così, che abbiamo visto Genova........
DA IL RACCONTO DEL NOSTRO CAMMINO IN 15 TAPPE PERCORSE SEMPRE DI dOMENICA-SAN MINIATO - GENOVA LANTERNA INTEGRALE

venerdì 2 ottobre 2009

Le crete Senesi

Andiamo? si ma in treno. A Buonconvento? Ero scettico sul funzionamento delle ferrovie specie una linea secondaria. Al ritorno a casa mi sono ricreduto, treni in orario,comodi,puliti, il personale gentile, ma diciamolo quando i trasporti pubblici funzionano!.Io l'ho detto.
Che bellezza arrivare a Buonconvento rilassati, senza il sole in faccia al mattino andando in auto verso Siena come ho fatto molte volte.
Dalla stazione di Buonconvento poche decine di metri, poi imbocchiamo la provinciale verso San Giovanni D'Asso e subito salita e dura breve discesa poi ricomincia la salita, questa è ancora più dura, il cartello segnala 15\ 100. Quando la salita si addolcisce finisce l'asfalto, e dopo un bosco comincia il grande mondo delle crete, piagge immense, molte già arate pronte per la semina. E camminiamo sempre salendo, quardo la segnaletica del km e vediamo che la media è bassa, e ci credo dopo tutto questo salire! dice Chiara. Eccoci finalmente in cima, un grande recinto di cavalli, saranno stati una ventina precede un grande e bel agriturismo. la strada spiana, poi sale ancora dolcemente, il paesaggio è immenso e bello, sul colle spoglio davanti a noi c'è un grande leccio, Camminiamo ora nel comune di San Giovanni d'Asso. Da quì comincia una lunga discesa, un immenso gregge pascola nella collina davanti a noi. Dopo due tornanti troviamo il cartello che informa che questa strada bianca sperduta fra piagge e calanchi e quella dove si svolge - l'eroica- la corsa ciclistica famosa. Scendiamo ma davanti a noi c'è una collina molto alta. Ritorneremo? dico scherzando, troviamo al fresco di un pino un guardiacaccia, è il nostro, ci informa che SAN Giovanni è a soli tre km. Arriviamo in cima alla nuova salita il panorama è eccezionale, si vede a sud Montalcino e più lontano L'Amiata.Nuova discesa, in fondo troviamo la strada asfaltata che viene da Torrenieri,a sinistra e dopo un km siamo ai piedi di San Giovanni d'Asso, saliamo la breve ma ripida salita e siamo al castello,c'è un giardino con tavoli al fresco, approfittiamo per sosta pranzo.
Dopo visita al castello molto grande e bello, vicino c'è una molto antica e bella
dedicata a San Pietro.
attraversiamo il paese andando dove il cartello stradale indica: Monte Uliveto Maggiore km 8. Camminiamo ora in alto con ai lati il grande mondo delle crete, scatto foto di continuo a cipressi, a casolari sperduti a piagge arate, un mare di zolle scure di argilla. Vediamo in lontananza il borgo di Chiusure lo riconosco per esserci stato alcuni anni fà. E lo raggiungiamo dopo tanto camminare. Che meraviglia, per noi Chiusure è il borgo più bello del senese.Scendiamo verso Monte Uliveto ammirando e fotografando i bei calanchi. La basilica è chiusa, apertura alle ore 17, niente da fare alle 17 c'è il treno, Non ho mai trovato una chiesa che fa gli orari comodi per gli escursionisti,il pomeriggio i frati se la prendono comoda,altro indicatore: Buonconvento km9. Cominciamo una discesa con tratti in pari e alle 16 ,55 eccoci puntuali all'appuntamento con una veloce littorina che ci porta a Siena. Breve sosta e un treno nuovo con l'aria condizionata ci riporta indietro. Che dire? vista l'esperienza prenderò più spesso il treno.